Joyce Mansour

GRIDA



40 pp • € 2,50




Pubblicato mezzo secolo fa, Grida costituì l’esordio di Joyce Mansour e non passò Inosservato. Mai fino ad allora una donna, con versi la cui violenza toglieva Il respiro, aveva pubblicamente celebrato la provocazione, la perversione più nera, il senso della dismisura carnale reso incandescente, la frenesia del desiderio amplificata, fino a un caos dove tutto geme, graffia, morde e sanguina. La sua opera si caratterizza per un’assenza di pudore che denota una sorta di rivolta, femminile e non femminista, contro il dispotismo dell’uomo, che spesso fa dell’erotismo una sua esclusiva creazione. SI potrebbe dire che avesse lo scopo di esprimere il desiderio In quanto tale, senza farlo decantare dal sentimento e dall’intelletto. Per questo motivo le sue parole sono torbide ed oscure come la feccia. Nelle sue poesie ruoli e identità si invertono, si modificano di continuo, fino ad annullarsi, a sciogliersi, a scomparire sotto l’assalto dei sensi. Ecco perché «Citare Joyce Mansour in un panorama sull’amore è citare uno dei gironi dell’Inferno».

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