mostra anticlericale

realizzata in occasione di un’iniziativa a Genova durante

la Pasqua 2007, quando ai vertici della chiesa c’era

ancora Ratzinger, l’attuale Papa emerito


lettera a un monsignore (e la sua “risposta”)

All’arcivescovo metropolita Angelo Bagnasco,

al presidente della CEI Angelo Bagnasco,

al generale di corpo d’armata Angelo Bagnasco...


nemici del popolo

Il “popolo” ha degli amici. Che se li tenga!

In genere sono degni l’uno degli altri...


...una nuova ideologia

Un cadavere si aggira per il mondo. Il cadavere dell’ideologia. La politica è omogenea, da destra a sinistra

è solo questione di sfumature...


perché tutto sarà dato

Criticare il ruolo sedativo della cultura non significa fare l’apologia dell’ignoranza. Disprezzare gli artisti e l’arte

non significa detestare la creatività...


anticopyright

Tutto ciò che è di questo mondo ha un prezzo.

Nulla sembra sottrarsi a questo imperativo...

A MARGINE

A MARGINE


Non solo libri. Qui mettiamo a disposizione vecchi e nuovi testi, collegati anche indirettamente alla nostra attività: estratti dai nostri cataloghi, lettere che decidiamo di rendere pubbliche, recensioni, inediti rimasti nel cassetto...


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Gratis (non) presenta...


Fin da quando abbiamo pubblicato i primi libri di Gratis, nell'ormai lontano dicembre 1993, abbiamo preso una decisione a cui non siamo mai venuti meno: non fare presentazioni dei nostri libri. Eppure le presentazioni sono un momento importante, quasi fondamentale, per la visibilità di una pubblicazione. Soprattutto quando, com’è il nostro caso, si è scelto di non affidarsi alle grosse distribuzioni o a recensioni compiacenti. Siamo ben consci che una simile scelta potrebbe risultare del tutto incomprensibile, sia dal punto di vista “promozionale”, poiché non aiuta certo a far conoscere i nostri titoli, sia dal punto di vista “propagandistico”, poiché non coglie al volo le possibili occasioni di diffondere le nostre idee.

Ne siamo consapevoli, ma abbiamo sempre provato un profondo disagio all'idea di trovarci in una situazione che, ai nostri occhi, assomiglia troppo all'adescamento di clientela, all'imbonimento a favore di una merce. Neanche se le presentazioni avvenissero in situazioni di movimento, e non in librerie commerciali, riusciremmo a superare questo nostro imbarazzo, del tutto individuale. Non stiamo affermando che consideriamo un errore o che reputiamo disdicevole fare una presentazione, stiamo solo dicendo che noi non ne siamo capaci, umanamente capaci. Motivo per cui quando in passato ci è stato chiesto di presentare un nostro libro abbiamo sempre rifiutato, offrendo come alternativa l'organizzazione in comune di una iniziativa in tema. È quanto è avvenuto ad esempio in occasione della pubblicazione dell'antologia Sono ateo, grazie a Dio!, che ha portato alle turbolente giornate pasquali di Genova nel 2007.

Lungo quella scia, per un breve periodo ci siamo pure dedicati a pensare a come realizzare iniziative con cui sostituire le eventuali presentazioni, raccogliendo film, abbozzando mostre o quant’altro, finché non abbiamo deciso di lasciar perdere, considerandolo uno sforzo palesemente inutile. Oggi non è solo la nostra inesistente fama di editori o il crescente disinteresse per la carta stampata a metterci pressoché al riparo da ogni invito. A tutto ciò è venuto ad aggiungersi altro: con chi organizzare una iniziativa in comune?

Il numero di individui potenzialmente interessati perché potenzialmente affini ci sembra essersi talmente ridotto da rendere superfluo porsi un simile interrogativo. Non che manchi in generale la voglia di organizzare iniziative, che quella anzi si avverte ovunque. Ma è venuta meno l'attenzione per il loro significato, essendo diventate le iniziative semplici tappabuchi intercambiabili con cui riempire la propria “agenda” militante. Ora, questa banalizzazione di ciò che si porta avanti (che oggi viene puntualmente spacciata per “apertura mentale”) potrà entusiasmare i fautori dell'attivismo, questa agitazione così rassicurante sul conto della propria vitalità. Ma non entusiasma chi, come noi, pensa che ogni vitalità non possa prescindere dalla ricerca di una prospettiva autonoma. A differenza di chi si sente vivo perché è presente all'appello in qualsiasi appuntamento, noi ci sentiamo vivi solo quando diamo il nostro contributo agli appuntamenti che abbiamo scelto, quelli in cui ci riconosciamo, quelli che stuzzicano il nostro gusto e non suscitano il nostro disgusto. Detto in altri termini, non ci interessa farci spazio e sgomitare per affermare la nostra presenza in mezzo al “movimento”, meno che meno in un “movimento” che ha spinto il proprio bisogno di comunanza al punto da annullare ogni differenza e da non riuscire più oggi a nutrire ostilità nemmeno nei confronti di preti e delatori. Perdere simili opportunità non ci dispiace affatto. Semmai ci rincresce di non riuscire a creare ben altre occasioni, in grado di evocare una permanente e irrinunciabile incompatibilità con l'esistente.

Ecco perché, oggi ancor più di ieri, i libri di Gratis non conosceranno presentazioni, almeno da parte nostra. Quanto alle eventuali iniziative extraeditoriali che potrebbero però prenderne spunto, siamo sì disposti a parlarne, ma solo con chi persiste a possedere ciò che qualcuno chiamerebbe un'idea etica; ad esempio, che non si può essere al tempo stesso consiglieri comunali e sovversivi. Una idea in grado di vivificare ed infiammare una vita intera, che non va confusa con una opinione da prendere all’ipermercato del pensiero per poi gettarla alla data di scadenza concordata.

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